Con l’obiettivo di ridurre il numero di truffe sul contachilometri e procedere con una classificazione più puntuale dei veicoli in circolazione, diventa operativa dal 20 maggio 2018 la nuova direttiva europea che regola i Certificati di revisione.
Le novità sono fondamentalmente due: i chilometri percorsi, che devono essere registrati ad ogni revisione auto e accompagnare l’intera vita del veicolo, e il caricamento dei dati di revisione sul Portale dell’automobilista, dove possono essere immediatamente consultabili insieme alla classe dell’automezzo.
L’obiettivo dell’Unione europea è dichiarato: ridurre il margine operativo delle diffuse truffe del contachilometri. L’aggiornamento costante della scheda del veicolo è proposto infatti come deterrente nel limitare le frodi nazionali ed europee sul chilometraggio di auto e moto, talvolta fraudolentemente abbassati per aumentare il valore del mezzo rimesso in vendita.
Nasce così il Documento unico dell’auto, un’anagrafica che deve riportare le seguenti indicazioni:
- Numero di identificazione del veicolo
- Numero di targa e simbolo della nazione di immatricolazione
- Luoghi e date di revisione
- Lettura del contachilometri
- Categoria del veicolo
- Criticità rilevate al momento della revisione
- Data del prossimo controllo di revisione
- Nome del Centro di revisione che ha eseguito il controllo
Insieme ai nuovi obblighi di valutazione dei veicoli, entro il 20 maggio del 2021 è dato tempo alle varie Motorizzazioni europee di comunicare tutti i dati contenuti nei certificati di revisione auto effettuati, in modo da assemblare, a livello continentale e accessibile online, un vasto database sul parco veicoli circolante in Europa.
Una cosa rimane invariata: le scadenze di revisione. Qui la direttiva UE lascia spazio di manovra ai singoli Paesi. In Italia restano invariate le solite tempistiche: per i veicoli usati la revisione è richiesta ogni due anni. Per i veicoli nuovi il primo controllo è atteso dopo i primi 4 anni di vita, quindi a seguire ogni biennio.